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Serata con ospite

Un banale muoversi di fronde di Adriano De Faveri – Mercoledì 4 marzo 2015 ore 21

Un banale muoversi di fronde.
Dal peso piuma del al peso massimo del
di Adriano
mercoledì 4 marzo 2015 ore 21.00 – Entrata libera
sportivo Barca (Via R. Sanzio 6 Bologna)

“asilo” di Fenicotteri Phoenicopterus ruber (Saline di Comacchio) - Foto di A. De Faveri
“asilo” di Fenicotteri Phoenicopterus ruber (Saline di Comacchio) – di A.

La leggera brezza mi coglie impreparato in una livida alba. Stordito, da un ipnotico, sottile, ed acuto richiamo, quel leggero e frenetico movimento, tra fronde e foglie, si rivela nella sua semplice bellezza: il Regolo, pochi grammi avvolti da piume, con lui la “banda”, di Cince e Codibugnoli, richiami continui ed un continuo ricercare tra foglie e gemme, il prezioso nutrimento.

Piviere tortolino - Foto di A. De Faveri
Piviere tortolino – di A.
Gallo cedrone -Foto di A. De Faveri
Gallo cedrone - di A.
Aquila minore - Foto di A. De Faveri
minore – di A.

Questo è un racconto, che dalla pianura brumosa, risale crinali dai profili morbidi e lunghi, attraversa forre e valli cespugliose, che penetrano sottoboschi ricoperti da foglie e ricci di castagna, per poi passare attraverso foreste di Faggio e Abete bianco, regno del Gallo cedrone, il grande galliforme dai mitici rituali. Lasciando la foresta, e salendo attraverso intricate mughete, si arriva al termine del vertiginoso racconto: tra rocce alpine, ricoperte da gialli licheni, che si espandono come carte geografiche sulla cruda pietra dolomitica, che ospita fantasmi provenienti da lontani territori, ma questa è un’altra storia, una storia di Pivieri.

Adriano De Faveri
Adriano

Biografia
Adriano De Faveri, nato nel 1962 a Belluno, vive ad Ozzano Emilia, dove lavora come operatore tecnico del Museo dal 1996. I primi passi nel “mondo della fotografia” li percorre agli inizi degli anni ‘80, con una profonda passione per la natura, già consolidatasi nell’ambito famigliare. I primi scatti, sono acerbi schizzi di naturali e piccoli particolari, in seguito la passione per l’ornitologia prenderà il sopravvento. La prima  utilizzata, una Olympus OM1(del papà) con un tele catadiottrico 500 mm, negli anni successivi, la mitica F1 con tele Novoflex-Leica 560 mm e alla fine degli anni ’90, il passaggio definitivo a Nikon.

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